Page 8 - Sebino News - Giugno 2022
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STORIE DI PESCA E DI PESCATORI 3 possibile la vita delle centinaia di famiglie
che dipendevano dalla pesca professio-
Le unioni tra pescatori nale. Nel 1913 (prendiamo un anno come
esempio) furono seminati 800.000 avan-
e quel che resta oggi di notti di coregone, 500.000 di trota lacustre
questa professione e 120.000 cieche d’anguilla (anguille di
una decina di centimetri). Negli anni suc-
cessivi queste cifre aumentarono ancora.
Dopo l’unità d’Italia, sul finire Pertanto non ci si deve meravigliare se
del 1800, cominciarono ad es- (come risulta da tabella sotto pubblicata)
sere emanati dallo Stato e dalle negli anni venti del novecento i nostri pe-
Province (organo cui spettava la scatori portassero a casa 6 tonnellate di
regolamentazione della pesca) trote, 45 tonnellate di coregoni, 80 di tin-
regolamenti e discipline inerenti che, 10 di anguille, 30 di persico, 100 di
questa attività. Va sottolineato alborelle e pesce minuto ogni anno (così
Il cantastorie che la pesca professionistica accadeva pure per altri pesci del lago).
sul lago d’Iseo dava da vivere in Nel frattempo, i pescatori si unirono in 3
quegli anni a circa 400 famiglie. cooperative 1 a Lovere, 1 a Iseo ed 1 a
Il primo regolamento della pesca dell’appena nato Re- Sarnico.
gno d’Italia e divulgato a cura delle Province di Bergamo La cooperativa di Sarnico nacque nel 1915
e Brescia risale al 1868. Fin da subito i Comuni del lago promossa dai Buelli, la più antica stirpe dei
si resero conto della necessità di fondare un Ente che pescatori del paese. Aveva il negozio in via
coordinasse la sorveglianza sui pescatori di frodo e re- Tresanda vicino al “port” (porto; così veni-
golasse l’immissione di avannotti di varie specie di pesci va e viene chiamata piazza XX Settembre ti sulla sponda bresciana e , credo, forse uno su quella
ed aiutasse i pescatori a conoscere le nuove regole di dai Sarnicesi) ove il pesce era consegnato per essere bergamasca. Di costoro due o tre esercitano esclusi-
cui c’era tanto bisogno. Infatti, dalla fine della Repubblica venduto al dettaglio o all’ingrosso ed anche spedito con vamente questo mestiere cioè fanno il pescatore a tem-
Veneta, la pesca sull’Iseo era stata lasciata all’abbando- la ferrovia di Paratico. In quegli anni e fino agli anni 70 po pieno mentre gli altri, invero non molti, hanno un’altra
no. Ma le rivalità e gli egoismi fecero si che soltanto dopo del ‘900 al “port” erano attraccati moltissimi “naecc” (le professione principale. Questo lavoro “storico” è anche
più di 30 anni nascesse finalmente l’“Unione per la pesca barche dei pescatori). tutelato da speciali norme provinciali. A Clusane d’Iseo,
sul lago d’Iseo” con sede ad Iseo”. Il primo direttivo dell’U- Dopo la II° guerra mondiale del 1940-45 le famiglie che rimane una bottega ove i pescatori portano il pescato.
nione Pesca era così formato: Giuseppe Ferretti, Camillo vivevano di pesca sul lago cominciarono a diminuire. An- Credo sia una cooperativa. Vi sono sul lago d’Iseo alcuni
Martinoni, Virgilio Erba, Primo Pirola, Andrea Gregoriani, cora nel 1959 la cooperativa di Sarnico pescava centina- ristoranti che offrono come specialità gastronomica il pe-
Pietro Faccanoni, Giuseppe Faccanoni, Luigi Faccanoni, ia e centinaia di chilogrammi di pesce, come risulta da sce del lago in numerose e gustose ricette che il tempo
Ulisse Bortolotti, Severo Buelli, Antonio Bortolotti. allegata comunicazione del 1960. Negli anni successivi ci ha tramandato. L’acqua del Sebino (nome antico del
L’Unione Pesca costruirà sul lago tre incubatoi per la purtroppo i giovani piano piano abbandonarono questa lago d’Iseo) negli ultimi anni è molto migliorata, tutto il
pescicoltura dislocati a: Riva di Solto, Covelo e Sarnico. professione dura e di grande fatica, poiché la crescita lago è tornato balneabile grazie ai depuratori. Nei limpidi
Quello di Sarnico, atto all’allevamento dei coregoni, fu industriale assorbiva la manodopera disponibile. Erano fondali persici, anguille, agoni, coregoni, carpe, scardole
costruito da Giuseppe Faccanoni, sincero appassionato certo lavori meno duri e con uno stipendio sicuro. Gli in- e qualche luccio e tinca sono tornati alla faccia dei nuovi
del lago e della pesca, all’interno della sua villa di Sarnico cubatoi nel frattempo erano stati chiusi e pertanto non pesci invasori. Le alborelle e i vaironi ancora no. Poche
(sita di fronte all’attuale parco Paroletti). Questo incuba- si seminavano più avannotti nel lago, di nessun genere. sono pure le trote di lago. Chissà mai che un giorno non
toio fu il primo ad allevare coregoni sul lago d’Iseo. Ogni La qualità delle acque cominciò a scadere. Nuovi tipi di lontano i pescatori con i loro “naecc” tornino a solcare le
anno centinaia di migliaia di avannotti venivano immes- alga portati dai motoscafi provenienti da altri posti co- limpide acque del Sebino..
si nel lago arricchendolo di ittiofauna e rendendo così minciarono a prolificare e l’eutrofizzazione delle acque,
determinata dagli scarichi a lago in parti- Giuseppe Bettera
colare di detersivi e fognature, fece
si che queste e le alghe già presenti
si sviluppassero a dismisura. I pesci
calarono a vista d’occhio anche per la
mancanza di posti idonei alla “frega”
(viene così chiamato nei nostri dialet-
ti il momento della deposizione delle
uova e della riproduzione naturale del
pesce).
I vecchi pescatori se ne andavano e
nessuno poteva e voleva, in queste
condizioni, sostituirli. Gli ultimi profes-
sionisti di Sarnico furono Buelli Alfre-
do e Bonardi Antonio che lasciarono
l’attività alla fine degli anni 90 del se-
colo scorso. Negli ultimi due decenni
il lago è molto cambiato: il siluro e il
carassio l’hanno invaso. Questi pe-
sci non hanno alcun valore culinario
e commerciale. Nonostante tutte le
difficoltà rimangono sul lago alcuni
pescatori professionisti, tutti colloca-
SARNICO